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venerdì 29 giugno 2012

PER COSA "KAISER" ESULTIAMO?

Italia 2, Germania 1. Gli azzurri trionfano e una nazione scende in piazza per festeggiare i suoi eroi appena sbarcati in finale; stamani i giornali esprimevano la loro più grande soddisfazione in linea con il loro stile editoriale. Probabilmente già a fine primo tempo, sul 2 a 0, alcuni giornalisti avevano iniziato a buttare giù un articolo mettendo da parte la scaramanzia in favore dell'allettante idea di risparmiare tempo per scrivere. a fine partita. Immaginate dunque quanto possano essersi sforzati gli editori di Libero e Il Giornale quando questa mattina hanno hanno avuto l'ardire di scrivere titoli a dir poco discutibili:



La stonatura più rilevante, a parte il cattivo gusto delle parole, è l'ossessiva interpretazione economica che viene assegnata ad una vittoria calcistica. Italia - Germania è Monti - Merkel. Calcio ed economia, non vedo come possano incastrarsi e concatenare i loro esiti.
E' chiaro che gli Europei quest'anno sono stati una piccola rappresentazione degli scontri tra imperi economici e piccole realtà di paesi in crisi, vedesi Grecia - Germania, dai più definita "Davide contro Golia", ma queste non sono altro che semplici associazioni mentali dei media, rappresentazioni immaginarie di una realtà che invece è pratica e tangibile. Per quanto possa essere divertente e importante per noi italiani il gioco del calcio, resta pur sempre netta la divisione tra ciò che è uno sport e la vita reale. Sono metafore che possono far gioire un paese, dimenticare per qualche ora o giorno i problemi personali, ma non possono seriamente essere comparate con altre situazioni decisamente più serie. 

Allora che senso ha fare un titolo contro la Merkel? Quello del Giornale, poi, è veramente osceno come titolo: Scherno antisportivo, derisione, assenza di stile e volgarità. Un gesto dell'ombrello stampato in neretto.

Può dare un po' d'entusiasmo, ma una partita non può risollevare le sorti di un Paese, diminuire uno spread, definire fallimentare una gestione economica - quantomeno non scellerata - della Germania.
Spinoza, il famoso sito internet dalla comicità irriverente e pungente, qualche tempo fa scrisse in merito agli Europei la battuta  "La Svezia è fuori dagli Europei. Beccati questo, Stato sociale!"

In qualche modo rappresenta tutto il comico paradosso del pensiero collettivo e che a quanto pare è radicato anche nei giornalisti, che invece dovrebbero esserne colpiti solo dal lato personale ma non professionale: rapportare una partita di calcio alla vita reale; decontestualizzare una vittoria e associarla a una realtà totalmente diversa. 
Finchè i giornalisti sportivi giocano con le parole e simbolismi per confezionare un articolo leggibile e interessante, può andare anche bene: ma non bisogna mai prendere tutto così sul serio. 
E' altresì vero che dalla fine della seconda guerra mondiale le partite di calcio sono state sempre più considerate come le battaglie che un tempo affrontavano i Paesi, le guerre virtuali tra le Nazioni per definire quale sia la più potente. Non per sminuirne il significato o spengere ogni entusiasmo, ma il calcio è pur sempre soltanto uno sport, seppur nazionale.
E parlando di guerre virtuali mi viene in mente quando giochi alla PlayStation e riesci a battere un torneo fra tutti i tuoi amici. Batti il tuo amico laureato, batti quello che è più bello di te, quello che ha una carriera lavorativa in ascesa. Li batti e ti senti qualcuno anche solo per un po'. Hai la soddisfazione di dire a te stesso "sono più forte di lui". Sai che la vita è un'altra, ma non ti interessa più di tanto. Tuttavia, non saprai manovrare la tua vita, ma sai benissimo maneggiare un joystick. Comunque per un attimo ti senti ardere dalla soddisfazione.





Ecco. Noi ieri abbiamo afferrato il joystick e abbiamo battuto una grande squadra. Abbiamo tutti il diritto di gioire per questa vittoria, ma mantenendo la consapevolezza che questo glorioso risultato rimane circoscritto nel'ambito sportivo.

Cosa c'entra tutto questo con lo Spread, gli Eurobond, l'evasione fiscale, il debito implicito ed esplicito?

Davvero Balotelli con la doppietta di ieri ha contribuito a risollevare il Paese? E in che misura?

venerdì 7 ottobre 2011

MA A CHE SERVE WIKIPEDIA?

Nessuno se l'è mai chiesto veramente. Se qualcuno lo facesse, trovando la risposta probabilmente smetterebbe di cercare tutti i lati negativi di un'enciclopedia online diffusa e utilissima, che nel corso degli anni ha aumentato il sapere di milioni di persone ed ha coinvolto ognuno di noi nel suo grande e continuo arricchimento culturale. Wikipedia, nonostante il suo continuo cambiamento, è una fonte inesauribile d'informazioni e, giuste o sbagliate imperfette che siano, non deve essere abolita di punto in bianco. Tutti sanno che spesso può essere inaffidabile o incompleta. Tutti sanno che proprio per questo motivo non può essere utilizzata completamente per i propri studi e le proprie ricerche. Lo sanno tutti quelli che navigano abitualmente in internet.
Quasi alla fine di ogni frase c'è un numero in pedice che riporta alle note a fondo pagina dalle quali è possibile accedere alle fonti di tale informazione. In completa mancanza di esse deve scattare un campanello d'allarme che significa "attenzione: potrebbe essere una stupidaggine scritta da un utente. Fonte non del tutto attendibile".
Un pò come quando sentiamo i nostri telegiornali: nonostante si presuma che abbiamo raccolto informazioni vere, noi sappiamo che potrebbero essersi "sbagliati", e per questo dobbiamo approfondire la nostra ricerca per sapere la verità.
Al TG5 che recentemente ha pubblicato un servizio in cui, con uno stile malinconico, diceva che era meglio di gran lunga la vecchia enciclopedia Treccani (Sì, esatto. Quella cosa ingombrante che vi cattura la polvere sulla mensola), andrebbe fatto presente che non tutti la usano come una sacrosanta Bibbia dalla quale ricavare l'unica verità che si sta cercando. Molte persone, compreso il sottoscritto, spesso la usano come spunto, tanto per sapere di cosa si sta parlando. Chi farebbe mai una tesi d'esame basandosi solo e soltanto sugli articoli Wikipedia?


Nell'Ottobre del 2009 qualcuno vandalizzò la pagina di Wikipedia relativa al calciatore Balotelli, e per qualche minuto vi si potè leggere una scritta razzista. Sulla base delle attuali dichiarazioni di alcuni Media avremmo rischiato di prenderla come notizia attendibile

Sia chiaro, non voglio snobbare la vecchia enciclopedia, perchè con quella, nonostante sia obsoleta e non aggiornabile in qualsiasi momento, si può sempre andare sul sicuro. Al contrario, ritengo che entrambe siano complementari e pertanto l'utilizzo di una non esclude l'altra a priori.
L'unica cosa mi dà più fastidio è la negazione di una realtà che non si può non vedere: Wikipedia è utile perchè sempre attuale, gratis, semplice e ricchissima di qualsiasi cosa, dai modi di dire ai complotti politici; dai film alle profezie Maya; dall'astrologia al fatto di cronaca, fino ai più classici poeti e lezioni di Storia.
Basta un minimo di buon senso per capire queste piccole differenze.

giovedì 4 agosto 2011

FA COSI' RIDERE LA MAFIA?

Vignetta satirica di CartoonStock.com
Accendo la tv, come sempre all'ora di pranzo. Un'ora e mezza di pausa da lavoro, una sola se considero il traffico per tornare a casa ed eventuali problemi in ufficio, e le poche cose che propone la televisione sono sempre le solite da non so quanti anni. Non importa, non avrei il tempo di guardare un bel film o qualcosa di serio, devo mangiare, così metto la padella sul fuoco, aggiungo un po' d'olio e aspetto. Guarderò Studio Sport, che tanto inizia tra una decina di minuti. Qualche frivola notizia di calciomercato con cui pasteggiare in attesa di riprendere la macchina e tornare a lavoro. Tutto qui.
Ma ahimè, mancano una decina di minuti, e non so come ma riesco ogni volta a farmi rigirare lo stomaco guardando quello che tutti chiamano telegiornale, definizione su cui ci sarebbe molto da obiettare. Studio Aperto.
Un telegiornale nazionale che va in onda su Italia 1 e che non ha mai nulla di cui parlare. O almeno niente di importante. A volte torno a casa all'una meno dieci, altre ho la "fortuna" di vedermi Studio Aperto per ben venti o venticinque minuti, come dire un'eternità. Eppure non c'è neanche l'ombra di un servizio giornalistico, nemmeno di un servizio, a dire la verità. Nazionale, ripeto, nazionale.
La sera ci sono i TG regionali su Rai Tre che perlomeno hanno l'alibi di dover parlare solo di notizie che interessano una sola regione, quindi è probabile che tra i servizi venga inserito quello di 3 o 4 minuti sulla storia dell'arte o sullo scippo subìto da un anziano ad un supermercato. Le notizie, d'altronde, non sono facili da trovare in una sola regione.
Ma Studio Aperto può attingere da fonti infinite di informazione per creare qualcosa di più sensato e interessante, cosa che incredibilmente non fa. Questo telegiornale è solo una semplice rubrica che raccoglie le principali curiosità del mondo, ma non ha niente da dire giornalisticamente. E' vero che arrivo molto spesso ad accendere la tv quando le vere notizie dovrebbero essere in teoria già passate, ma ogni volta che anticipo il mio rientro a casa non trovo nulla di meno demenziale. Ma di politica quando parlano? E di economia? E della guerra?
Ogni volta buttò giù il boccone insieme allo stesso pensiero: Non è che arrivando solo 5 o 10 minuti dopo l'inizio del Tg, mi perdo tutti i servizi migliori?
Strano, però, che i servizi su Kate Middleton e sul suo buffo cappello durino 2 o 3 minuti, così come quello sulla patata che fa croc (se fa croc vuol dire che è buona, lo sapevate?) e quello sulle bocce quadre (quest'ultimo dura meno di due minuti. Clicca qui per vedere il servizio del TG).
Quanti minuti dedicano all'informazione seria? Mettiamo anche due o tre minuti a notizia, in tre o quattro servizi hanno già ultimato le cose da dire? Un pò stringati..
Mangio lo stesso, ma con la bocca aperta dallo stupore è impossibile masticare. Adesso c'è un servizio su Balotelli, sempre sul TG perchè Studio Sport non è ancora iniziato, e fin da subito la giornalista usa toni molto simpatici, quasi come raccontasse una storiella. Penso "ci sta, dato il soggetto di cui si parla", ma poi, sempre con tono scanzonato si fanno nomi di boss mafiosi, di Scampia e di amicizie malavitose e aggrotto la fronte perplesso. La voce fuori campo racconta che Balotelli avrebbe mangiato in un ristorante gestito dal figlio di un boss mafioso e che quest'ultimo lo avrebbe invitato al cospetto del padre nei quartieri di Scampia. Balotelli ci sarebbe andato senza fiatare e avrebbe fatto la conoscenza del camorrista. Questa è all'incirca la notizia della giornalista, mentre in tv scorrono le immagini registrate del giocatore in quella giornata campana. Quello che mi stupisce e allo stesso tempo mi sconcerta è tutto il contorno: il linguaggio pacato e forse anche troppo gentile della giornalista; il racconto descritto come un piccolo scandalo da gossip; la musica di sottofondo da stupida soap opera. Infine il triste commento finale per concludere con un sorriso. A Balotelli, colpevole nei giorni scorsi di aver parlato male della città in cui gioca attualmente, Manchester, ignoti hanno riempito la sua macchina di pesce avariato come gesto d'avvertimento o semplicemente per fargli uno scherzo. Serafico il commento della giornalista: "Chissà se chi ha compiuto quel gesto ha idea di quali conoscenze ha Balotelli.." con esplicito invito a fare attenzione ad andare contro il ragazzo.
Per fortuna che a quel punto non ho il boccone pieno, altrimenti risputerei tutto, non con un getto veloce, bensì con un lenta e schifata fuoriuscita di tutto quanto stia masticando. Okey, è una pessima immagine, ma che forse descrive al meglio il mio stato d'animo nell'ascoltare certi discorsi. Lasciando perdere il dramma di Studio Aperto per il quale mi sono già espresso, a livello più generale trovo demoralizzante constatare che certe piaghe sociali sono diventate oggetto di scherno e di scarsa rilevanza, qualcosa su cui ci si può scherzare tranquillamente. La Mafia, come parlare di un personaggio dei fumetti. Come un'allegoria che rappresenta le debolezze dell'italiano ma che in fondo lo identifica. L'uomo nero, il personaggio per antonomasia che fa paura a qualcuno, mentre altra gente ci scherza sù. "Guarda che arriva l'uomo nero, eh?" e si stende un grosso sorriso fin sopra le guance. Forse ci siamo dimenticati dei morti che la mafia fa ogni giorno anche solo imponendo il silenzio su alcune questioni, facendo dimenticare i martiri che hanno cercato di combatterla perdendo la vita. Quando un problema non si riesce ad affrontare, evitarlo o deriderlo non è la giusta soluzione. E' in certo senso fare il gioco vero e proprio della mafia. Le paure si esorcizzano ridendoci su, e quindi si scacciano via come se non esistessero. Esatto: la mafia non esiste. Proprio quello che cerca di inculcare da sempre. Ecco il concetto generale.Ed in fondo è il popolo italiano che ride di sè, perciò possiamo farlo quanto ci pare e piace. La realtà è diventata come una serie tv americana dove si scherza su tutto. Black Humor, lo chiamano.
Siamo i Soprano, siamo i film su Al Capone, una barzelletta da raccontare. Pizza, spaghetti e mafia, allora tanto essere noi i primi a scherzarci su. Ma sì!
E allora, se così dev'essere, la prossima volta mangerò un piatto di spaghetti con la fierezza italiana che mi DEVE contraddistinguere. E dopodomani la pizza. Oggi ho la carne, domani mi farò una spaghettata patriottica. 
Ho ancora fame, mi apro un pacchetto di patatine. Ne mordo una, questa fa croc. Sono contento perchè penso: Allora dev'essere ottima!