Visualizzazione post con etichetta Italiani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Italiani. Mostra tutti i post

venerdì 22 marzo 2013

LA MALA INFORMACIÓN!

Trovo alquanto illogico e irritante questo voler gettare fango addosso a tutta la stampa italiana senza operare alcuna distinzione. C'è questa enorme voglia di generalizzare e di additare tutti i giornalisti "contrari" al Movimento 5 Stelle come servi del PD e PDL. Quindi ogni notizia che apre con toni entusiastici è l'emblema della mala informazione, del servilismo più sfrenato e di una logica contorta volta a screditare il "guru" Grillo che, invece, è detentore della verità assoluta.


E' vero che molto spesso alcune dichiarazioni riportate sui giornali sono fuorvianti, che alcuni titoloni in prima pagina ci lasciano sgomenti. Ma bisogna anche considerare che tutto ciò rientra nel circolo vizioso e scorretto del mercato, che impone necessariamente che i giornali attirino clienti e che siano venduti sempre e comunque per far sì che l'editoria italiana sopravviva. I titoli sensazionalistici sono la diretta conseguenza di un mercato che non si può cambiare, e che costringe gioco-forza gli editori a fare marketing piuttosto che vera informazione.
Il tutto va di pari passo, però, anche con la scarsa volontà di noi italiani d'informarci veramente. Siamo noi i primi a non voler approfondire le notizie, ad accontentarci di leggere un titolo (che mai, mai, potrà riassumere un intero articolo) per placare la nostra fame di sapere. E' triste vivere l'informazione così, concordo, ma gli italiani dovrebbero sapersi muovere tra le notizie, attingere a fonti diverse e crearsi una propria idea.

Non ci dobbiamo affidare solamente a ciò che scrive l'Unità, o solo Libero, o La Repubblica o il Corriere della Sera, ma bisogna leggere la stessa notizia sui vari giornali. E compararle.
E allora, detto ciò, non si può urlare allo scandalo ogni volta che leggiamo un titolo che stravolge almeno in parte l'informazione. In un giornale online, per esempio, ogni visualizzazione, ogni click è essenziale: serve affinché il sito possa vendersi meglio agli inserzionisti; affinché possa vantare un numero di visualizzazioni e ottenere un maggiore sponsor. Nel dispersivo mondo virtuale è tristemente necessario cercare di puntare a un titolo accattivante che catturi l'attenzione dei lettori.




E' inutile e offensivo puntare sempre il dito contro qualunque informazione, soprattutto da parte di quei grillini (tanto per fare una distinzione) infervorati e che non accettano né critiche, né pareri contrari.

La soluzione non è fuggire l'informazione, sia essa veritiera o meno, e rifugiarsi in un blog altrettanto impreciso e partigiano nell'esporre le notizie. Il fulcro essenziale è proprio combattere la stampa districandovisi al suo interno, fra tutte le notizie, e imparando a decifrare quali sono gli elementi corretti e quelli sbagliati.

venerdì 1 marzo 2013

LA PERICOLOSA ONDA GRILLINA


Com’è possibile non rendersene conto?

Ho diversi amici che hanno votato il M5S. Gente che ha studiato, che continua a farlo, che reputo  intelligente, onesta, e che senz'altro ha letto sui libri di storia il modo subdolo e silenzioso con cui si forma un regime, in cui tutti hanno la stesso pericoloso ideale.

Nessuno si dissocia da quello che dice Grillo. E' perché la pensano ugualmente o perché si uniformano alla voce del capo?

Possibile che abbraccino qualunque cosa esca dalla bocca di quell’egocentrico pagliaccio?
Le parole che dice durante l'intervista alla BBC sono sconcertanti:
Questa è già una rivoluzione, è già cominciata. Non si può più fermare. Non l'ho voluta io, non è mia."
Delirio d'onnipotenza.

Praticamente è un'onda. Un'onda inarrestabile, ed è normale che la gente non l'avverta: chi ci sta sopra la surfa, la cavalca con grande entusiasmo. Allora i casi saranno due: O l'onda si sgonfierà lentamente, oppure diventerà talmente tanto grossa che sfuggirà al controllo del surfista e sarà impossibile da dominare. In ogni caso quella gente e la sua tavola finiranno nell'acqua, in ogni caso. Nella seconda eventualità, però, sarà con la privazione di una libertà o di un diritto.

Vico, i ricorsi storici, sono cose banali da ricordare. Riacciuffate un libro, prendete i vecchi appunti e rileggetevi come si genera un’onda o, per smetterla con le metafore Bersaniane, come nasce una dittatura. Certo, dittatura non si può dire. "Come sei esagerato, Alessandro."

(Dunque spiegatemi allora in che modo nasce una dittatura, e se non trovate analogie con la nostra situazione, allora potrete smettere di leggere da questo momento).


Provo a dirlo io: una dittatura nasce quando c’è una forte disperazione – economica, morale, politica e di valori – che i cittadini non sono più disposti a tollerare. Hanno bisogno di speranza, di nuova linfa per tornare a sperare in un futuro migliore. Arriva allora il carismatico di turno, il quale indica fin da subito di chi è la colpa, fornisce la più ovvia delle soluzioni e incita i suoi sostenitori a sentirsi uniti, coesi, perché solo così quest’idea potrà cambiare il paese. Poi si cerca di dare un’identità a questo partito, sempre di più, affinché si distingua dalla vecchia politica. Oggi è un modo di vestirsi, domani di salutarsi.

Proposta di un manifestante (sgrammaticata), riportata su sito del Movimento, per la quale c'è chi si dissocia, ma che rende comunque l’idea del baratro in cui rischia di scivolare il Movimento 5 Stelle se la situazione gli dovesse sfuggire di mano:


"GLI ELETTI DEL M5S SI VESTINO DI BIANCO IL PRIMO GIORNO
Per distinguervi dal grigiore degli altri - per farvi riconoscere da chi vi ha votato - per avere un impatto visivo senza precedenti quando fotografi e telecamere inquadreranno l'aula dall'alto - perchè il bianco è il simbolo di purezza, onestà e trasparenza - perchè è una cosa che non ha mai osato nessuno in nessuna parte del mondo: lasciamo un segno nella storia"
Lasciare che le cose vadano come devono andare non è la tattica migliore, caro Grillo. La politica non è viscerale, non è costruita con sentimenti istintivi, ma con la passione, la forza e la dedizione nel lavorare per il proprio paese. La politica va controllata, non dominata. Bisogna amministrare il potere che si ha, non lasciare che faccia il suo corso, altrimenti presto diventerà incontrollabile ed estremamente pericoloso.

Grillo (perché a questo punto mi pare di capire che è lui che decide e non il movimento come lui stesso invece rassicurava) faccia quello che vuole, ma che la smetta di aizzare la folla con promesse che, tra le altre cose, ora potrebbe mantenere se solo sapesse darsi una calmata e iniziasse a ragionare.

La democrazia si (ri)costruisce lentamente, non invitando i partiti che - comunque - rappresentano una grossissima fetta dell’elettorato ad andarsene.

Bene o male sono tutti al 30%, chi più e chi meno, escludendo premi di maggioranza (che comunque ha il PD), quindi la smetta di pensare di trovarsi in una posizione privilegiata rispetto agli altri.

O sul serio crede che il Movimento 5 Stelle abbia vinto le elezioni?


I militanti del Movimento gli hanno dato una grande possibilità, quindi adesso deve smetterla con la sua politica da muro contro muro e iniziare a collaborare come si fa in qualunque democrazia. Collaborare, che è diverso dall'inciuciarsi.


Ci pensi bene, Grillo, invece di frinire.


P.s. Spero di riuscire a smettere di scrivere post su Grillo. Cercherò di guarire al più presto.

venerdì 16 novembre 2012

GESTIONE ALL'ITALIANA: PARABOLE, LIVIDI E ACQUAZZONI

Scontri a Padova (Foto Ecodibergamo.it)

Siamo inadeguati, c'è poco da dire. Inadeguati a risolvere problemi, a prevenirli e a controllarli; a dimostrarlo ci sono i fatti recenti e presenti. 
Inadeguati a governarci perché troppo impegnati a darci addosso l'un l'altro. E' colpa tua, no è colpa tua. E niente cambia. L'Italia è inadeguata e in una parabola in fase discendente, come l'economia.
Piove sul bagnato, ma per davvero! Piogge, maltempo, alluvioni, fango, paesini cancellati, il Tevere che rischia di scoppiare. Non ce l'aspettavamo. Porca miseria, va' che piove a Novembre. Opere di prevenzione sarebbero bastate, anni di costruzioni incontrollate potevamo evitarle. Ma può succedere, sono calamità. Anche se qui si parla di pioggia abbondante.
"Cazzu, non ci avevo pensato!" ammetterebbe Cetto La Qualunque, dimostrando che, sì, capita di sbagliare, soprattutto se sei in Italia, paese dei tarallucci e vino, dove la mediocrità è consentita. L'Italia è inadeguata e sta lentamente annegando.
I cittadini manifestano, chi pacificamente e chi come fosse a uno stadio - come se anche lì fosse lecito, ma lasciamo stare - contro i celerini bastardi a prescindere, perché sono lì, servi dello Stato, a impedire di far confusione. Ora, premettendo che su migliaia di testa pensanti che vanno a protestare senza alcune intenzioni di essere violenti ce ne saranno senz'altro alcune bacate per le quali manifestare è un sinonimo di far casino, premettendo questo, dicevo, possibile che le forze di polizia non siano in grado di gestire situazioni del genere senza sfociare in un cinghia mattanza d'altri tempi?
Non fornisco alibi a quei cretini violenti che spaccano tutto, ma sollevo solo la questione - grave, secondo me - di malfunzionamento gestionale delle situazioni critiche. Il poliziotto deve saper controllare la propria emotività e non lasciarsi andare a paura e rabbia, dato che, si presume, per entrare in polizia ha superato dei test psicologici e dei corsi mirati a gestire tutto ciò. Non per intendere che debba essere un super-uomo anziché una persona semplice, come tutti, però non può nemmeno comportarsi da semplice ragazzo con un casco, una protezione addosso e un tonfa da roteare per aria.
L'Italia è un paese piegato dai lividi, non di un tonfa, ma di un'inadeguatezza totale.

venerdì 17 febbraio 2012

LA POLTRONA COMODA


Il Presidente Federale Tedesco Wulff, dimessosi oggi.

Succede che nel Regno Unito un politico si dimette per aver addossato alla moglie una multa per eccesso di velocità.
Un'altro Paese, la Germania: il presidente federale tedesco molla tutto perchè accusato di corruzione.
"“Lascio perché la fiducia (dei cittadini, ndr) e così la mia possibilità di agire sono stati pregiudicati in modo duraturo” dice, e se ne va.
Roba da strofinarsi le palle degli occhi.
Ma come, per così poco?
Non può essere, deve esserci qualcosa sotto, qualcosa di più grosso o grave. Che sistema è questo? In Italia mica si fa così. In Italia il procedimento non è così rapido e mica si può ledere la dignità dei politici per queste stupidaggini. Prima si deve dimostrare che le accuse siano vere, poi si deve procedere con la denuncia, poi si deve essere condannati (in primo, secondo e anche in terzo grado) e poi vediamo. Vediamo, perchè mica è detto che il politico italiano si lasci abbindolare da quello che dicono i magistrati. Negare l'evidenza, sempre. E anche quando non è possibile negarla, allora diciamo che la rendiamo una normalità.
Mica si dice "scusate, mi dimetto", qui si usa dire "E allora? Voi che avreste fatto? Avete tutti la coscienza pulita voi?". E niente cambia. Mica lasciano il posto, quelli.
Che strano il resto del mondo, un politico non può sgarrare neanche una volta che subito è costretto a dimettersi. Anzi, non è costretto, lo sceglie lui. Ma cosa c'è che non va negli altri paesi?
Chi lo sa, non riusciamo proprio ad immaginarlo, forse la risposta è, come sempre, la più semplice: Che abbiano delle poltrone scomode, lì nei governi stranieri?
Non hanno anche loro le poltrone in pelle umana come i direttori di Fantozzi, o con le doppie imbottiture e i braccioli larghi tre metri dove appoggiarsi dopo una giornata d'intenso lavoro?
Pare di no, lì se ne vogliono andare tutti, per qualsiasi scemenza. 
Fortuna che da noi la Sicurezza sul lavoro garantisce agli italiani tutte queste agevolazioni, almeno per i politici: nel nostro governo si sta così bene che è praticamente impossibile perdere il posto. Per i nostri è fisso, in barba alle dichiarazioni di Monti.
Per i nostri, grazie a Dio, non c'è pericolo di scoliosi.

mercoledì 5 ottobre 2011

ITALIA! ITALIA! IU ES EI! IU ES EI!

Le recenti ed esplosive novità riguardo al caso Meredith hanno riportato alla luce un forte sentimento nazionale di Anti Americanità. Sembra quasi che la sentenza shock abbia tirato fuori un sentimento represso che finora era stato nascosto nel fondo del cuore della gente, e che tutt'un tratto è uscito come un gorgoglio di malumore. L'italiano è sbottato: l'americano non tira più. Dai talk show ai siti internet, dalle testate giornalistiche ai link di facebook, fino alle prime persone che fuori dal Tribunale hanno gridato "vergogna"; è apparso da subito che "l'Italia s' è fatta prendere in giro, il sistema italiano non funziona e gli U.S.A. ne hanno approfittato". 
Che gli inquirenti abbiano commesso degli errori gravi è verissimo: non si possono far marcire le prove solo perchè mal conservate, o far entrare così tanta gente sul luogo del delitto. E le tante rivelazioni, alcune infondate, altre vere, altre ancora.. chissà.. hanno messo a nudo il nostro sistema giudiziaro mettendoci alla berlina di fronte al mondo intero. 
Ma se il nostro sistema è ancora molto approssimativo non significa che sia giusto condannare una coppia di ragazzi all'ergastolo. Ci devono essere prove certe e inequivocabili, non bisogna incarcerare sulla base di molte supposizioni. La giustizia non si compie con l'80% di verità, nè tantomeno con il 99%.
Eppure, come abbiamo visto, nella testa delle persone l'immagine degli assassini perfetti era quella dei due ragazzi: giovani, dai visi puliti e le lacrime di coccodrillo. E forse lo sono davvero, gli assassini; ma non c'è la certezza. Resta il rammarico per una Meredith che non c'è più e che da quanto ne sappiamo può essere stata uccisa da un fantasma. Un fantasma e un Ivoriano. 
Gli Americani non hanno accettato questo atteggiamento da sit-com nel giudicare un omicidio così grave e contorto, così anche loro hanno emesso una loro sentenza. Certamente, però, anche loro hanno adottato un modo turbolento e infantile per sfruttare la situazione: è sembrata una gara fra tifosi, una sfida olimpionica tra Italiani e Statunitensi. Non c'era obiettività nè da una parte e nè dall'altra. L'America puntava sull'innocenza di Amanda,  l'Italia sulla sua colpevolezza. L'Inghilterra, alla fine, c'ha rimesso.
Sollecito, anche lui era accusato. Assolto
L'Italia s'indigna, l'Italia denuncia il suo stesso Paese ormai troppo asservito all'enorme potere a stelle e strisce. L'america chiama e lo Stivale risponde. E' venuto fuori il risentimento che da dopo la Seconda Guerra Mondiale non s'era mai manifestato nei confronti dei nostri salvatori. 
"Ok, ci hanno salvato, ma non possiamo leccargli il c*** tutta la vita" tuonava un adirato Massimo Ceccherini in un suo film. E in qualche modo molti italiani la pensano così. Gli Americani sono dei pazzi, si sentono padroni del mondo. Lo vediamo nei Jersey Shore, nei REAL TV, nelle sparatorie, in come ingrassano a dismisura mangiando da MC Dondald's. Il mondo dell'eccesso che improvvisamente si è imbattuto nella giustizia italiana (ahinoi) e ci ha fatto una grossa pernacchia.
D'un tratto l'uccisione di Meredith è passata in secondo piano e tutto è diventato un braccio di ferro mediatico tra lo Zio Sam e Garibaldi. Non importava la verità, contava solo non farsi buttare giù.
Amanda innocente significa che hanno vinto loro e con l'inganno. Ma la verità qual è? Dove sta la giustizia?
Forse è vero che siamo stati colonizzati culturalmente e mentalmente: non ce ne fregava niente di trovare il colpevole (quello lo sapevamo, lo dicevano i vari illustrissimi gossip/tiggì), noi ragionavamo con la testa dei padroni del mondo, di quelli che sanno la verità sempre e comunque. Volevamo poter dire, almeno una volta, con una Diet Coke e un Hot dog in mano, indossando una t-shirt e masticando una chuwing gum Brooklin: Abbiamo vinto!





"E Meredith?"   "Chi?"

mercoledì 28 settembre 2011

L'ITAGLIA AGL'ITAGLIANI!

Oggi voglio parlarvi di un libro. Un libro che tutti dovremmo leggere. 
Vado fuori tema, lo so, proprio come quando a scuola il contenuto dei discorsi non aveva alcuna connessione con il titolo che ti aveva dato l'insegnante. Questo è "Punteggiature-Il blog", mica un concorso letterario. Qui si dovrebbe parlare di notizie del mondo, mica del nuovo premio Strega o del best seller dell'anno. Non siamo mica in un club di lettori. 
Infatti non si tratta di un nuovo romanzo di Stephen King, o dell'ultimo struggente libro di Moccia, o di un classico dell'800. Il libro di cui vorrei parlarvi è un saggio, una raccolta di emozioni, di storie dei nostri antenati. La storia degli italiani. Penso di potermi giocare il jolly, questa volta, per poter spendere due parole su questo libro, visto che parla del nostro passato e quindi, come si dice, il nostro futuro.
Lo studio e la ricerca di Gian Antonio Stella hanno creato quello che è un libro dalla forte storicità e che dovrebbe, di fatto, renderci più tolleranti e meno xenofobi, e dovrebbe farci da guida verso un futuro meno rabbioso, soprattutto in un mondo così globalizzato dove tutto si mescola e tutti entrano in contatto con tutti.
Il titolo in sè avrebbe potuto già farci storcere il naso: L'ORDA. Qualche benpensante avrebbe detto, sentendo che il tema trattato era l'immigrazione: "Racconterà delle solite ondate di clandestini che vengono in Italia ogni giorno, che rubano il lavoro a noi italiani, che delinquono, che stuprano". Forse è per questo che l'autore, lo scrittore e giornalista Stella, ha aggiunto un sottotitolo piccolo e vergognoso che fa precipitare di colpo la situazione, puntando il dito contro un soggetto che non ci aspettavamo: Noi. 
QUANDO GLI ALBANESI ERAVAMO NOI dice il sottotitolo, e allora le sopracciglia si aggrottano e i pensieri si fanno più tetri man mano che si chiarisce che i "mostri" erano i nostri connazionali. Ma come? Proprio noi con i nostri inventori, noi che abbiamo regalato al mondo l'arte, che abbiamo esportato la musica, il buonumore e l'italian Style? Questo autore dev'essere stato spinto a scrivere da un forte sentimento di antitalianità! 
Eppure, pagina per pagina, storia per storia, ci si accorge che l'antitalianità non c'entra niente. Anzi, tutto quello che viene fatto in questa immensa ricerca è gridare l'ingiustizia subita dagli italiani che cercarono fortuna all'estero, lontani dal bel paese fin dalla metà dell'800, e che invece subirono i pregiudizi e la rabbia dei cittadini ospitanti. Perchè gli italiani lasciarono lo stivale in totale povertà. Quasi tutti erano analfabeti, molti erano confusionari, rozzi e poco attenti all'igiene. Ma sgobbavano, lavoravano duramente, si davano da fare per rialzare la testa e ricavarsi uno spazio all'interno del nuovo mondo. Rifarsi una vita. Ma questo non andava bene a tutti, e anche allora c'era qualche benpensante che diceva: "Questi ci rubano il lavoro, questi sono culturalmente inferiori!". Erano italofobici e noi non potevamo farci niente. Avevano ragione? Giudicate voi: considerate che all'italiano andava bene qualunque tipo di lavoro pur di mangiare; l'italiano, pur di mangiare, rubava o suonava l'organo accanto ad una scimmietta; viveva stipato assieme ad altre persone in spazi angusti e non si lamentava mai; portava lo stiletto (un pugnale) sempre a portata di mano per rispondere ad offese o ingiurie. Considerate poi che non tutti gli italiani partivano con le stesse intenzioni, o comunque, a parità di queste, finivano col passare per martiri innocenti. Se da un lato c'era chi si "limitava" a farsi odiare per la sua cultura stravagante ed incivile, dall'altro c'erano anche molti che contribuirono ad aggravare posizione degli italiani all'estero: serial killer (come Cayetano Santos Godino in Argentina), rapinatori, contrabbandieri, mafiosi, assassini ecc... Per non parlare della prostituzione minorile. L'ORDA è il testimone di oltre un secolo di stragi italiane all'estero e di dolorose storie di xenofobia.
E poi ci sono i vestiti cuciti addosso: L'insormontabile italiano dalle 3 M (mafia, maccheroni e mandolino), l'italiano furbetto, l'italiano cafone, l'italiano disorganizzato.
Gli stessi stereotipi che affiorano sulle nostre labbra quando vediamo un cinese che vive nella fabbrica dove lavora notte e giorno ("Sono sudici. Sono tutti uguali. Quando muore uno lo nascondono e tirano avanti col lavoro"); oppure quando vediamo un senegalese per strada ("Questo mi vuole rapinare. Adesso si avvicina e tira fuori il coltello. Meglio cambiare strada"). La solita storia che si ripete, la ruota che gira e passa sempre dagli stessi punti, dove l'integrazione è un taboo e le culture mischiate sono un problema. 
Guardare al passato per inseguire un futuro migliore. Le stesse cose che vorremmo fare agli altri, noi le abbiamo subite direttamente. La generalizzazione del crimine. Gli italiani sono tutti criminali. I clandestini vengono tutti per rubare. Allora puniamoli tutti indistintamente. Quante morti innocenti, in questo libro, quante vendette popolari fomentate dall'odio cieco ed irrazionale. Il mondo era povero e la colpa era dello straniero, dell'italiano, del WOP (WithOut Passport, oppure derivante dalla pronuncia di Guappo). Il mondo si arricchisce grazie alle braccia dei morti di fame, ma nessuno li tollera lo stesso. 
Così, prima di guardare con disprezzo gli altri, forse è meglio guardare prima noi stessi. Guardarci indietro, leggere il resoconto delle avventure dei nostri nonni, bisnonni, prozii.. e trovare le infiniti somiglianze con il presente. 
E' bello studiare il libro e fare un viaggio all'estero, adesso. Magari negli Stati Uniti dove un tempo eravamo odiati più degli schiavi negri, oppure nella Francia che ci accusava di rubare il lavoro (e ci picchiavano), oppure nella calda Australia dove potevi vedere fuori dai pub i cartelli VIETATO L'INGRESSO AI CANI E AGLI ITALIANI. Storie partite da lontano e che arrivano sorprendentemente fino a meno di ventanni fa, almeno per quanto riguarda il razzismo nei nostri confronti. E adesso noi siamo sicuri di voler adottare lo stesso trattamento con gli altri stranieri, dimostrando così che in fondo in fondo il mondo ha fatto benissimo ad odiarci?


Vignetta anti-italiana (Australia)











- Come mai ai funerali italiani portano la salma soltando in due?
- Perchè i bidoni dell'immondizia hanno solo due maniglie!

martedì 14 giugno 2011

ITALIA SI', ITALIA NO..

In tutti e 4 quesiti, circa il 95% dei cittadini ha votato SI'
E' fatta, il quorum è stato raggiunto. Occorreva il 50% + 1, ma è arrivato al 57%. Erano sedici anni che in Italia non veniva raggiunta la soglia minima per convalidare un referendum, dal 1995, quando la Carrà presentava il primo "Carramba che sorpresa" e in america usciva "Forrest Gump".
Adesso l'Italia ha deciso, ha dimostrato che non le piace star ferma ad attendere che gli altri decidano per lei ed ha così impresso la sua opinione sulle quattro schede che le sono state assegnate.
Rimane scritto, sancito: l'Italia del 2011 pensa che le centrali nucleari non debbano risiedere sul suo territorio, che l'acqua sia un bene pubblico e che la legge sia uguale per tutti. Con questa decisione si apre in definitiva la caccia alle interpretazioni di tale voto.
E' una sconfitta del governo, annuncia l'opposizione.
Non ha un valore politico, replica la maggioranza.
Fatto sta che quando si raggiunge un obiettivo comune, tutti prendono la rincorsa e saltano in cima all'ormai conosciutissimo carro dei vincitori; viene fuori che tutti, in fondo, speravano nel raggiungimento del quorum e nella salvaguardia dell'acqua pubblica, nel nucleare da non fare in Italia ecc.
Anche quelli che chiedevano di astenersi, adesso si dichiarano piuttosto contenti del risultato. Nessuno ammette le proprie sconfitte, nessuno vuole ritrattare le vecchie parole. Semplicemente.. non le ha mai pronunciate!
I cittadini, quelli che hanno votato (tanti, ma non tantissimi), sono stati chiamati all'attenti grazie all'informazione circolata su internet per tutto questo tempo. Internet, questo marchingegno pericoloso ma utilissimo che corre come una bestia indomabile di casa in casa a risvegliare le coscienze e sollevare dei dubbi nelle teste delle persone, è stato uno dei principali canali responsabili della buona affluenza ai seggi. L'avvento di Facebook ha poi amplificato la voce del passaparola, trasformando il bisbiglio in un richiamo potente e altisonante.
Dicevamo: adesso sono partite le interpretazioni e la politicizzazione del risultato. Certo è che un netto Sì al all'abrogazione del legittimo impedimento (per l'opposizione campagna negativa del Presidente del Consiglio Berlusconi) ha rimandato la mente degli italiani alle problematiche penali del capo del Governo e, di conseguenza, si può definire come una sconfitta dello stesso, viste le alte probabilità di utilizzo di tale legge come deus ex machina per le sue vicende penali. In questo senso è lecito dichiarare un vincitore ed uno sconfitto.
D'altro canto si può affermare anche che molta gente si è presentata ai seggi perchè l'interesse verso il nucleare e l'acqua pubblica ha riacceso il suo senso civico, lasciato purtroppo a impolverire in tutti questi anni. Ci sono vari aspetti da tenere presente, anche perchè chi ha votato non è detto che sia di una sola parte politica e non è scontato che la pensi come tutti gli altri sul fronte degli sconfitti e dei vincitori.
E' stato chiesto al paese di esprimersi su alcune questioni importanti; il paese ha votato basandosi sulle proprie idee, non sulle ideologie dettate dal capo di un certo partito.
Adesso ogni cittadino dovrebbe coscienziosamente riflettere sull'esito del voto e trarne le proprie giuste conclusioni: i politici dovrebbero obiettivamente capire che gli italiani hanno definitivamente detto NO a acqua privata, nucleare e legittimo impedimento; chi ha votato, consapevolmente deve rivalutare le idee che ha nei confronti di chi non voleva raggiungere il quorum e aspettarsi che vengano presi i dovuti provvedimenti. Chi non è andato a votare per scelta.. beh essendo stato in silenzio per tutto questo tempo, può continuare a starci senza problemi, ma magari scendendo (sempre con religioso silenzio) da quel carro ormai stracolmo di entusiasti.