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venerdì 22 marzo 2013

FISIMA NUMERO 123


Mi riaggancio ad un vecchio post (Leggi qui) per parlare di un argomento che mi tocca profondamente: le fisime.
Credo di essere arrivato alla numero 123 - per questo il titolo è così preciso - anche se per fortuna non ho l'ossessione di contarle tutte (anche perché altrimenti dovrei considerarla come una fisima, quindi sarei a 124, forse). Ad ogni modo, tutto è iniziato, ricorderete, con la paura del diventare sordo a causa del caos che circonda le nostre vite, dalla musica in macchina, alle discoteche, al traffico cittadino. Ma non basta, adesso ne sono arrivate altre, più fresche, direttamente dalla televisione e dal passaparola, in un attacco combinato.
Che poi, non la guardo nemmeno più la televisione (le temibili onde elettromagnetiche possono dominare la tua mente e costringerti a girare su Canale 5 proprio quando c'è Uomini e Donne), ma ecco che l'amico fidato, che la vede, ti si avvicina e magari ti dà anche una gomitata per far sì che tu gli presti tutta l'attenzione che merita. E ti fa: "Ma l'hai visto ieri alle Iene...?"
E parti subito male.


Da cosa, (cosa!!??) perdio, dovrei sfuggire stavolta? Stiamo bevendo acqua proveniente dai pozzi neri, le nostre case sono fatte di marzapane, gli alieni sono fra noi e lavorano da Mc Donald's? Parla, non farmi stare in pensiero.

E lui, l'amico, che certamente lo fa per difenderti, per darti quel consiglio che ti cambierà la vita per sempre, l'amico, dicevamo, alza gli occhi al cielo per controllare che un satellite su Giove non intercetti ciò che sta per dire e fa: "Hanno fatto vedere di uno che a forza di stare al cellulare gli è venuto un cancro. Giuro, stava solo 5 ore al giorno attaccato al cellulare e hanno fatto una prova: ha parlato due minuti al telefono e, oh!, il calore che emanava quell'aggeggio!"



Fotte sega. Io non ci sto così tanto.



Lui getta altre fiches, rilancia. "Ma anche a tenerlo in tasca, nel giubbotto, a contatto con la pelle, sulla mano".

(Esso ti vede. Il coso ti osserva e non vede l'ora di ammazzarti nel sonno, alla prossima chiamata. "Pronto, mamma? Perchè mi chiami? Ma allora mi vuoi morto!? Dimmelo, vuoi che muoro?")

La cosa non mi tange. Mi rimbalzano le fisime, non s'insinuano così facilmente dentro questa testa bucherellata. La fisima dev'essere subdola, si deve muovere con fare sinuoso, come una signorina. Mi manda due baci, mi circuisce e infine mi rivela la sua vera identità: "ti ho fottuto, piccolo bastardo! Adesso non ti liberi più di me. Vivremo sempre insieme, ti dirò cosa fare e cosa non fare. Sarò tua moglie dopo 30 anni di convivenza!"

Ma questa qui no, non attecchirà, non può funzionare. Non può essere indotta.
"E poi, amico", gli dico, con l'aria da Clint Eastwood nei panni dello scaltro cowboy, "il mio cellulare è anche piccolo. Mica come il tuo che è un enorme Aifòn" (si scrive così, fatevene una ragione).

Lui va in All In, mi costringe a mollare la partita. "Peggio!! Più è piccolo e più forte è la carica. A quell'uomo lì gli s'è bruciato tutto l'orecchio destro. S'è salvato, eh, dal cancro. Ma ora vedessi come sta. L'hanno dovuto ricostruire".
Le mie orecchie, le mie bellissime orecchie..
"Tu non sai i danni che può fare stare attaccato al cellulare quando ti chiamano..."
Parla. Cosa succede? Salvami.
"Tu tieni il cellulare nella tasca, giusto? Ecco, alla lunga potrai diventare impotente, o sterile, o tutte e due le cose!"

(Salve, bella signora. Posso invitarla ad uscire con me? Le sta molto bene questo vestito, la rende sinuosa).
"Ah, e non ti venga in mente di tenerlo nel taschino del giubbotto. Lì ti prende il cuore, ancora peggio". (Mah, punti di vista).
"L'unico modo che hai per salvarti," dice, "è con l'auricolare. L'auricolare è la salvezza. La tua luce. Usalo e potrai parlare in totale tranquillità".
Eccola, la scala reale. Ha usato tutte le carte giuste per farmi perdere. Ha bleffato, lo so, ma non so quando.
("Piccolo bastardo, ci siamo di nuovo. Sono tua moglie rompicoglioni").

E non so perché, ma questa fisima assume le sembianze di un logo Vodafone. Forse è perché sono passato a Wind? Forse sì. E la Vodafone mi vuole morto, manda energia negativa sul cellulare. E se ci stessero segretamente ascoltando via satellite?

Adesso per fortuna sono un uomo migliore, più sano. Ho ripreso dalla scatolina del mio cellulare l'agognato auricolare. L'ho sempre amato inconsciamente, giuro. E' per quello che è rimasto lì a prendere polvere, fin da quando avevo il Motorola.
Ma adesso sto benone, davvero. Io e mia moglie conviviamo benissimo e stiamo coltivando un'altra fisima bellissima. Come cresce, la nostra bambina..
Si chiama "terrore di non riuscire a disincastrare i fili dell'auricolare". Metto un attimo in tasca, lo appoggio soltanto e FRRR! si intrecciano.
Grazie, amico mio. Mi hai salvato dal cancro e mi hai reso un esperto sfilatore di fili.

Adesso però devo andare. Mi stanno chiamando.
A voce, per fortuna.

giovedì 21 febbraio 2013

GENERAZIONE 1000 DECIBEL

In questi ultimi mesi mi sono entrate in testa due canzoni. Una mi sta già stufando ed è quella degli Of Monsters and Men, ed è dovuto al fatto che – come accade per tutte le canzoni che vengono adottate dalle compagnie telefoniche – la sento almeno una volta ogni dieci minuti. L’altra è quella dei The Lumineers. "Hey oh!" E quella, ancora per un po’, l’adoro.


Fermandomi ad osservare marginalmente il loro testo e analizzando le parti che più mi sono rimaste impresse, ho constatato che entrambe contengono degli urletti forti, caparbi, potenti e che rimangono in mente. Canticchio i ritornelli e non vedo l’ora di urlare Hey! Oppure Oh!, oppure Don't listen to a word I say.. Hey!
Come un bimbetto di quattro anni che non vede l’ora di fare casino.


Forse stiamo diventando tutti sordi?
"Hey, Oh!"
"Che c’è?"
"dimmi"
"Hey. Oh."
Ma che vuoi? Ma che strillate tutti quanti?



Sì. Forse siamo tutti sordi, lo dimostrano le scandalose canzoni vincitrici di Sanremo e i nostri gusti musicali. Il gangnam style, per esempio: tutto casino e Eeeeeeee sexy lady
Anche lui chiama qualcuno. 



Una volta ho letto da qualche parte che grazie a tutti i rumori che permeano la nostra vita, dal traffico, al telefono alle discoteche, la mia generazione già dopo i trent’anni avrà problemi d’udito.
Trent’anni. Un’infinità, pensavo quand’ero piccolo. 
“Un ragazzo di trent’anni. Così giovane..” 
Ragazzo? Giovane? Diamine, sì è già uomini, siamo vecchi a 30 anni.   
Pensavo, quando ero “più” giovane. 


A parte questa breve parentesi – ispiratami dal blogger Zerocalcare – pensare che sul serio fra poco avremo problemi d’udito mi sconvolge. 

Fisima numero 102: abbassare il volume della radio in macchina. “Che ha detto Isoradio? Dov’è l’incidente?” Se non ho sentito vuol dire che non è importante. M’illudo.
No, sul serio. Saremo una generazione di sordi, passeremo dal fare la fila per l'Aifon a quelle per l'Amplifon. Una voce ci dirà che il negozio chiuderà da lì a pochi minuti, ma ovviamente saremo così rimbambiti da non sentire niente.
"Hey! Oh!"
"Che c'è?"
"C'è che si chiude, fila via!"



Tutte le serate in discoteca, i volumi alti del lettore Cd, i clacson nel traffico cittadino.. ci renderanno sordi, ma in pace con noi stessi. Un po' alienati, forse. Ma felici, in un mondo tutto nostro.
Fisima numero 121: se abbassassi il volume della tivù, anche se di poco, riuscirei a sentire lo stesso? Fa' un po' provare.. No!



(Fico, hai già trent'anni?)
"No."
Ahia...