martedì 7 giugno 2011

PALLA (DEI CARCERATI) AL PIEDE

Non vorrei parlare di calcio ancora una volta, giuro, eppure mi tocca. Mi tocca, anche se mi sembra ovvio che qui non si parli più di sport, non più di guardalinee, di fuorigiochi e di palla dentro o palla fuori. E' un gioco finito, diciamoci la verità, ormai non ha più niente da dire. Ucciso da una mentalità offensiva, dal "disposti a tutto pur di vincere" e al diavolo la sportività; reso meno emozionante dalle pay tv, dalle partite spezzatino e dalle emozioni controllate: questa partita alle 12 e 30, quest'altra alle 20 e 30 in diretta mondiale, quest'altra ancora.. non so, vedremo. E adesso anche i calciatori in mezzo a tutti questi scandali, perchè non bastavano i soldi che prendono e i "diritti" che pretendono (Vedi anche.. clicca qui.). E i tifosì, poveri scemi, sono quelli che si frugano in tasca ogni domenica per andare a vedere una partita, a detta dei giornalisti, di cartello e importantissima per la classifica.

Nuovo scandalo, ennesimo, per l'esattezza, di un business (aiutatemi a trovare un'altra parola: è un gioco? uno sport?) che sembra sempre più una soap opera con mirabolanti colpi a sorpresa, dove c'è un cattivo, un buono, una vittima e il finale che non arriva mai.
Ma chi sarà il mister X del Milan? Pepito Rossi andrà all'Inter, alla Juve o al Barcellona? 
La risposta arriva con un altra domanda: Ha importanza?
E le risposte a questo nuovo quesito possono essere diverse,  ma purtroppo troppo simili.
C'è chi si esalta anche solo a fantasticare sui nomi e sulla prossima formazione che potrà fare al Fantacalcio se dovesse arrivare mister X Y o Z, o c'è chi invece non vede l'ora di comprare la maglietta originale del neoacquisto e di farsela autografare personalmente durante uno dei suoi primi allenamenti.
Perchè si sa, il tifoso è fatto di cieca passione e di piccole grandi soddisfazioni: un colpo di tacco, una vittoria nel derby, una dichiarazione d'amore alla città.. Anche se tutto questo teatrino è costruito interamente di cartapesta e spazzatura, il tifoso non lo puoi fermare, non puoi uccidergli una fede.
E' morto, il calcio, su questo non ci sono dubbi. Giocatori strapagati che vendono le partite per arrotondare, intercettazioni dalle quali si rivelano particolari incontrastabili: c'è la malavita in mezzo a tutto questo schifo.
E allora? E allora si fa presto a saltare sul carro degli incastrati, sulla pedana degli strozzinati, dalla parte di quelli che "non centro nulla, vogliono trovare il capro espiatorio". La colpa è della camorra, della mafia. Degli altri, come sempre.
In questo momento la macchia italiana si sta espandendo anche sulla serie A. Fiorentina, Genoa, Roma... nomi lanciati a caso o verità scomode? Lo scandalo si sta allargando e la sensazione è che la cosa sia una faccenda seria, enorme, ma non farà secco nessuno come sempre. Ci sarà qualche squalifica, qualche radiazione, colpiranno poche squadre tanto per dare al mondo dei colpevoli e dire "adesso è tutto a posto. The Show must go on." Tolte le erbacce dal campo di calcio si può continuare a giocare come se nulla fosse accaduto, e poco importa se il bulbo è ancora là a far crescere in futuro nuove gramigne, nuovi scandali.
Le uniche persone che possono far fermare questa giostra scassata sono sempre loro, i tifosi; quelli che non contano nulla quando si tratta di assecondare le loro richieste, le loro passioni, i loro bisogni, ma che sono fondamentali perchè sono loro che apportano soldi nelle casse di società, tv e (di conseguenza) calciatori e mafiosi.
Ma come si può dire a loro di smettere di seguire le partite, adorare, idolatrare, arrabbiarsi e confrontarsi con gli altri? Un altro gioco che permetta all'Italia di tenere buona la popolazione, di imbambolarla con i processi del Lunedì e le moviole tutte le settimane senza che essa pensi troppo agli altri veri problemi della vita, dove lo si trova? A parità di finzione ci sarebbe una valida alternativa, il wrestling, ma come canta J Ax:

Non togliermi il pallone e non ti disturbo più...sono l'italiano medio nel blu dipinto di blu..

Nessun commento:

Posta un commento