giovedì 17 maggio 2012

UN APPLAUSO A GIULIANO FERRARA

Giuliano Ferrara durante una sua trasmissione
Un applauso a Giuliano Ferrara, l'uomo che ha avuto il coraggio di toccare l'intoccabile, Roberto Saviano, e di dirgliene quattro. Prima o poi qualcuno doveva rendere giustizia alle verità su quell'uomo infelice. Nel suo articolo ha detto quello che tutti noi pensavamo, senza tralasciare nulla, neanche il più piccolo dettaglio su ciò che è quello "scrittore". Le virgolette non sono messe a caso, ma hanno uno scopo preciso: alzi la mano chi ha letto quel libro assurdo sulla Mafia capendoci qualcosa, e soprattutto si pronunci chiunque abbia trovato scorrevole e piacevole la sua lettura. Un libro, ha detto bene Ferrara, sconclusionato e privo di ogni logica. 
Ma si sa, l'Italia si fa comprare con poco. Basta truccare da paladino un "giornalista" qualunque ed ecco che che è pronta a vendersi, a gettare soldi per mitizzare un cretino. 

Un applauso a Giuliano Ferrara, perché questo Paese non dà ancora credito alla meritocrazia e per questo ci tocca sorbire dilanianti sentenze sulla vita, la morte e la camorra da uno che ha ricevuto riconoscenze in tutto il mondo, laurea ad honoris compresa, ed ha all'attivo un libro scialbo divenuto best seller nelle sole Germania, Olanda, Belgio, Spagna, Francia, Svezia, Finlandia, Lituania, Albania, Israele, Italia e Austria.
Il suo spirito da contestatore sessantottino non muore mai, e Ferrara fa bene a tirarlo fuori adesso.
Roberto Saviano con la scorta
Ci vogliono coerenza e umiltà, l'aveva capito anche Emilio Fede: quella scorta è a carico dello Stato, a carico dei cittadini, e in realtà non serve a niente se non ad alimentare il mito e a far pubblicità a quel mascalzone. Emilio Fede lo sa, quello che vuol dire avere la paura di ricevere aggressioni da qualche pazzoide o da qualche giornalista di Striscia la notizia. Saviano, invece, ci logora continuamente con quella storia di una Mafia che lo vorrebbe morto e cementificato in qualche posto, come in quei vecchi film gangster. Film, appunto. Ma la gente è cieca, e si affida solo alla vista dei vari magistrati, dei perbenisti e degli ottusi come Fabio Fazio che lo idolatrano come fosse il nuovo Messia.
In questo marciume, in questa polveriera di mediocrità intellettuale solo Giuliano Ferrara è riuscito a non farsi risucchiare dall'irrazionalità del pensiero collettivo. Onore a lui, il comunista Giuliano Ferrara, coerente fino in fondo e illuminante nei suo concetti.

Applausi a Ferrara per il suo aplomb e per lo stile di stesura del suo articolo, a mio parere un po' troppo pacato. Ha detto bene: anche Federico Moccia e Fabio Volo hanno scritto best sellers, ma nessuno ha mai proposto loro delle carriere da divi di Hollywood come invece hanno dato a Saviano. E' stato un esempio perfetto di incoerenza e ingiustizia. Solo Moccia sta riuscendo con calma a fiorire politicamente, in veste di Sindaco, a Rosello. E' già un passo avanti, mentre attendiamo caldamente che Fabio Volo possa godere degli stessi favori.

Un applauso al berlusconiano Giuliano Ferrara, forse troppo tollerante sul nuovo programma che ingiustamente hanno affidato a Saviano e Fabio Fazio, "Quello che (non) ho". E' un programma di nicchia, insulso, invisibile agli occhi dello share: solo la terza serata di sempre di La 7, con un 12,3% nella prima serata. Il programma di Ferrara, Qui Radio Londra, in onda ogni sera su Rai 1, nonostante perda fin dall'inizio del programma 2 milioni di telespettatori, ha comunque uno share del 9%.

Il calo di ascolti di Qui Radio Londra (dati Auditel)

Standing ovation per Giuliano Ferrara che ha comunque mantenuto la calma e non si è lasciato andare a facili isterismi. E' giusto che siano gli altri a prodigarsi in offese sterili e prive di fondamento, in cadute di stile e sfilate da saltimbanchi, come se qualcuno volesse tirare uova marce a un Benigni qualunque. Sono cose che non appartengono a Giuliano Ferrara, persona di spicco e di classe; come quando si presentò sotto l'ambasciata francese per esprimere il suo dissenso a un Sarkozy che aveva riso dell'Italia con la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Un applauso a un uomo che fa ancora luce sulle vite oscure di questi giullari della televisione, bandiere che seguono il vento dello show business per rimanere piantati all'asta della popolarità, come un giornalista asservito prima a un potere politico e poi a un altro.

Un applauso a Giuliano Ferrara, perché è raro trovare pulpiti sani dai quali predicare il bene per il nostro Paese.

Tutti in piedi per Giuliano Ferrara, per la sua grande abilità nel tirare fuori un problema così grande, mostrarlo a tutti e infine spararlo tutto intorno a noi. Fuori dal vasino.


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